Carico di un esercizio: cosa significa?
In riabilitazione con il termine “carico” si intende la resistenza cui il fisioterapista intende sottoporre il paziente durante un esercizio. Questa forza che si oppone al movimento può essere di vario tipo: all’inizio di un percorso, specie dopo un intervento, è più frequentemente una opposizione che il terapista effettua manualmente, mentre in seguito diventa più utile rieducare il corpo usando un macchinario.
Carico isometrico e isotonico
Se la zona da trattare è completamente “inibita”, o spenta dal dolore, o se la persona non è per niente allenata, occorre iniziare con un carico che attivi il muscolo, che lo metta in moto: mantenere nel tempo una posizione contro resistenza (isometria) o effettuare un esercizio con una resistenza resistenza sia in andata che in ritorno (isotonia) possono essere le armi vincenti quando dobbiamo costruire le fondamenta per un corpo più resistente e forte. Con Sintesi il Carico generato è costante e non risente dell’inerzia e della velocità di esecuzione: questo aspetto in ambito riabilitativo è molto importante, specie quando la persona sta ancora apprendendo come rieducare un atto motorio nuovo.
Carico Eccentrico
In fasi più avanzate e in determinate situazioni (leggi il nostro articolo sulle lesioni muscolari e dolore al tendine) può essere utile concentrarsi maggiormente più sulla “spinta” da effettuare nella fase di andata di un esercizio, o sulla fase di lento rilascio, di “freno” da effettuare al ritorno dello stesso. Sempre più letteratura scientifica supporta l’uso di quest’ultimo tipo di Carico, chiamato eccentrico: per noi, poter graduarne al meglio l’uso e l’intensità attraverso Sintesi significa essere più efficaci nel caso di lesioni ai tessuti molli, come tendini e strappi/stiramenti muscolari, ma anche poter essere più incisivi in un movimento eccentrico così abituale e doloroso per tante delle persone con cui lavoriamo, come scendere le scale, solo per citarne alcuni.
Carico Elastico
Il più classico e storico degli esercizi in riabilitazione prevede l’uso di una resistenza elastica, che aumenti all’aumentare dell’escursione dell’atto: mantenere sotto tensione per molto tempo ed in maniera incrementale un tessuto ha avuto e continua ad avere degli importanti effetti in ambito fisioterapico: al professionista il compito di saper graduare e saper scegliere al meglio cosa e come sottoporre al paziente.
Carico Viscoso
In caso di riabilitazione sportiva, ma non solo, la resistenza nel Carico Viscoso aumenta in funzione della velocità di esecuzione del movimento. Questo profilo di Carico è adatto a movimenti esplosivi, ideali per migliorare la potenza, il sistema cardiocircolatorio, la resistenza fisica e la capacità polmonare: come un gesto che potremmo effettuare in acqua. Questa nuova possibilità offerta dalla tecnologia può essere veramente molto interessante: riusciamo a seguire con un unico macchinario sia la fase iniziale che quella avanzata di ogni percorso di riabilitazione e ritorno allo sport.
Come Fisioterapisti, riteniamo che la differenza nel nostro lavoro venga fatta dal singolo professionista e dalla cura e studio con cui viene sfruttato un buon macchinario. Questa è la nostra filosofia, che ci porta ad effettuare esclusivamente sedute individuali durante un percorso di riabilitazione. Il nostro staff, inoltre, crede molto nell’aggiornamento continuo ed ogni settimana si ritaglia del tempo per restare al passo con i tempi e, di fatto, continuare a studiare.