Schiena e scoliosi: la deviazione della colonna vertebrale, cos’è la scoliosi?

La scoliosi è descritta come “una deviazione tridimensionale della normale fisionomia della colonna vertebrale”, configurandosi così in una deviazione laterale, in una antero-posteriore a loro volta associate ad una rotazione dei corpi vertebrali.
In parole più semplici la persona affetta da scoliosi pur non avendo per forza un dolore alla schiena presenta delle curve diverse da quelle fisiologiche, questo può portare ad un perdita della ‘’simmetria’’ tra il lato destro e sinistro del corpo.
La scoliosi è più frequente nel sesso femminile con un rapporto di 7:1, e colpisce maggiormente pazienti in età evolutiva (10/11 anni fino alla maggiore età).

Schiena e scoliosi, deviazione della colonna vertebrale: scoliosi lombare e scoliosi dorsale

In base alla porzione della colonna vertebrale interessata dalla deviazione è possibile parlare di

  • scoliosi lombare,
  • scoliosi dorsale;

Come spesso accade, è possibile che vi sia una curva primaria ed una secondaria, sviluppatasi come compenso, si verifica in questo caso una scoliosi dorso-lombare.

In base alla curvatura della colonna, è possibile identificare un lato convesso ed un altro concavo, infatti è possibile che dai referti delle indagini strumentali vi siano riportate le seguenti diciture:

  • scoliosi destro convessa
  • scoliosi lombare sinistro convessa

Queste informazioni sono fondamentali per poter impostare il corretto iter terapeutico.

Scoliosi e Cifosi

La scoliosi è una condizione patologica, come definito precedentemente, al contrario, la cifosi non è una condizione patologica, ma una fisiologica curva del rachide. La colonna vertebrale, infatti è formata da due curve definite lordosi (cervicale e lombare) e due cifosi (toracica e sacrale).
Quando queste curve risultano essere più ampie del normale vengono definite Iperlordosi o Ipercifosi.

Patogenesi

In base al meccanismo di genesi è possibile suddividere la scoliosi in

  • idiopatiche (70-80%), si verificano quando non vi è una vera e propria causa che ne determina lo sviluppo
  • secondarie ad una patologia, quando una patologia primaria, ad esempio dismorfismo degli arti inferiori, patologie ereditarie, comportano un adattamento della colonna e quindi ad una scoliosi.

Schiena e scoliosi: la deviazione della colonna vertebrale
Scoliosi: sintomi e gravità

Questa patologia nella maggior parte dei casi non determina dolore: sono aspetti secondari ad essa (come lo sforzo muscolare nello sport per esempio) a determinare un sintomo algico.
In base alla gravità della scoliosi è possibile comunque avere una sintomatologia differente:

  • quando siamo in presenza di una scoliosi lieve, generalmente è possibile che il paziente non avverta nessun dolore o rigidità, talvolta una lieve limitazione nei movimenti estremi della colonna.
  • quando la scoliosi è più marcata (scoliosi grave) è possibile che non sia presente dolore, specialmente nelle fasi precoci, ma si può avvertire una differenza tra l’emilato destro e l’emilato sinistro del corpo, inoltre il paziente potrebbe riferire una sensazione di asimmetria durante i movimenti di vita quotidiana.

Diagnosi, come capire se si ha la scoliosi

La diagnosi di scoliosi è una diagnosi clinica, supportata da indagine strumentale.
Durante l’indagine clinica vengono individuate possibili asimmetrie tramite diversi tipi di test, ad esempio il test di Adams, ma solo grazie alla radiografia è possibile stabilire esattamente il grado della scoliosi attraverso la misurazione dell’angolo di COBB, eseguita direttamente sulla radiografia.

Scoliosi in età adulta

Quando la scoliosi viene riscontrata in un soggetto adulto il trattamento riabilitativo può essere utile per ridurre sensazioni di rigidità o nel caso ci fosse presenza di dolore, tuttavia il trattamento correttivo può essere effettuato solo se la scoliosi viene diagnosticata in età evolutiva.
La scoliosi in età adulta differisce da quella riscontrata nei bambini, in quando non vi è più un carattere evolutivo.

Scoliosi, cosa fare? Come si cura la scoliosi?

Il trattamento per la scoliosi varia al variare della gravità della patologia.
Il primo passo da fare è valutare il grado di inclinazione laterale della colonna vertebrale: se i gradi di inclinazione laterale della colonna non superano i 15, la semplice osservazione, abbinata a controllo periodico (valutando in maniera specifica di caso in caso) è la strategia da seguire, attraverso controlli periodici è possibile, infatti evitare che la scoliosi peggiori, e intervenire se necessario. In questi casi si eseguono esercizi di “autocorrezione”, che il paziente potrà svolgere a domicilio.
Quando vi è un angolo compreso tra 15 e 20, il paziente dovrebbe intraprendere un percorso riabilitativo, formato da esercizi specifici per la scoliosi, al fine di prevenire peggioramenti.
Se l’angolo è compreso tra 20 e 30/35 è fondamentale effettuare una fisioterapia specialistica, lavorando con specifici esercizi di rinforzo e allungamento della muscolatura, utilizzando spesso degli esercizi asimmetrici per la scoliosi al fine di far lavorare in maniera differente i lati della colonna.
In questo caso la fisioterapia dovrebbe essere affiancata ad esercizi di autocorrezione eseguiti a domicilio e all’utilizzo di un busto correttivo, da valutare di caso in caso.
Esistono busti per la scoliosi di diverso genere, e per pazienti differenti, a seguito di una visita specialistica può essere prescritto l’utilizzo del busto correttivo più appropriato alla persona.
Oltre i 35/40 gradi di inclinazione laterale della colonna vertebrale, può essere valutato l’intervento chirurgico.

Terapia ed esercizi per la scoliosi

La terapia adottata generalmente per la cura della scoliosi è il trattamento conservativo, composto da esercizi asimmetrici per la scoliosi e busto per la scoliosi.
Se controllata e trattata correttamente la scoliosi può migliorare, tuttavia, risulta fondamentale in questo caso promuovere, specialmente nei pazienti giovani, uno stile di vita sano, invogliando i ragazzi a praticare uno sport.
Secondo le ultime evidenze in ambito scientifico, non vi è uno sport da prediligere, se non quello preferito dal bambino.